IL PARADISO DELLE SCARPE
In zona rossa ho trovato specchi rotti, erbacce, poltrone, ciabatte sformate e perdute nella corsa e nella fretta. Ho trovato una scarpa un po’ fuori moda, probabilmente piegata dal peso di una donna anziana, magari cicciottella e con le gambe gonfie; si può veder ancora un po’ della sua storia, qualche residuo nel tacco comodo , nel la punta un po’ sformata nella quale la cipolla del piede proprio non voleva starci…Quelle scarpe magari uguali alla borsetta, stretta stretta, di quelle che si portano quasi sottobraccio Ho visto anche qualche scarpa con il tacco a spillo, di vernice fuxia inglobata in un mucchio di macerie, sulle quali era già cresciuta l’erba . Mi era sembrata un fiore, in tanta desolazione… Ho visto le scarpe da lavoro, quelle che mantengono la traccia della colla o della vernice, sporche di giorni ed anni passati ad inchiodare, a costruire, a livellare, a fare case che poi non ti appartengono; la scarpa da passeggio da uomo, di pelle nera, lucida e pulita, quasi miracolosamente intatta quelle buone, nere, con il tacco quadrato… Ogni tanto qualche scarpa da bambino, scarpe da ginnastica, ma sempre spaiate sempre un solo esemplare..Che nostalgia devono portarsi dentro tutte quelle scarpe..se esiste un paradiso per le persone che sono morte quella notte, ci sarà anche un piano riservato alle scarpe, dove potranno ricongiungersi, dopo aver camminato per anni, insieme su e giù per i portici, sui ciotoli di via San Martino o sulle pietre bianche di Piazza San Pietro…
Patrizia Tocci
art. pubblicato su Il centro del 22 /1072011