i colori dell’Aquila

I COLORI DELL’AQUILA   (puntaspilli,  4 )

Bianco e rosso pare fossero i colori originari nel gonfalone dell’Aquila; mutati in nero e verde dopo il terremoto del 1703. Quali sono davvero i colori della mia città? Nella mia memoria vedo ancora gli stessi colori, da Ponte Belvedere: al tramonto, l’arancio rosato di tutti i tetti e dei coppi, il bianco madreperlaceo degli stucchi o dei cornicioni, il grigio invecchiato degli stemmi nobiliari; il marrone brunito di quei piccoli balconi di ferro battuto che appena hanno l’ardire di affacciarsi da una parte all’altra di un vicolo. Gli intonaci delle case con una screziatura particolare; ogni tanto, dove ci sono pietre di salnitro, emergono mani sottostanti di altri colori ; la poesia di un vecchio muro scrostato, un arcobaleno tenue e irriproducibile. Su tutto, come un nume tutelare, la nuvola spumosa bianca e rosa, appena riemersa,  di Collemaggio. Un arco di colori tepido, timido che partendo dal bianco viene attraversato delicatamente dal giallo, dall’ocra, dal rosa dal grigio o da un marrone chiaro. Tinte pastello per una città di montagna, per una tradizione giustamente mimetica, rispettosa del paesaggio circostante; città e paesi di pietra di roccia di terra. Eppure in questi mesi tutto sta cambiando velocemente, così velocemente che non sempre sono sicura di ritrovarmi nella mia città. Sento parlare di grandi progetti  di riqualificazione della periferia. Invece vedo avanzare ogni giorno schiere militari  con giacche rosse o blu, presidiano un incrocio strane zebrature gialle e verdi, si innalzano da un giorno all’altro funghi rosso fuoco, azzurro denso, viola , come un pugno nell’occhio. Uniforme, questo cromatismo falsamente allegro colora le pareti, divide le facciate, sottolinea le finestre. Sembra un grande outlet disordinato. Una periferia in vendita a basso prezzo. Un’ arlecchinata arrogante, ostentata. Mi chiedo quali siano le ragioni di questo caos cromatico. Sono terminati nei vari colorifici i buoni colori di una volta? C’è un alta percentuale di daltonici tra gli amministratori di condominio ? C’è una nuova ordinanza cromatica che mi è sfuggita? Se questo è il piano di riqualificazione della periferia, non oso immaginare cosa potrebbe essere del centro. Non si rispetta in questo modo l’anima di una città   e nemmeno quella dei  paesi limitrofi,  stravolti da tutta una serie di tipologie abitative estranee alle nostre tradizioni, con  forme e fogge improvvisate, disparate e disperate.  Ma in ogni caso molto colorate.  Tante toppe  colorate, per un gonfalone arlecchino:   ci diciamo tutti   che è stata una tragedia.  Per questo non  possiamo farne  una farsa.

Patrizia Tocci