LETTERA DALLA POMPEI N. 2

Pompei n.2; una delle tante piazze dell'AquilaUNA LETTERA DALLA POMPEI N° 2

Caro Presidente Napolitano, Presidente Mario Monti, i Presidenti Fini e Schifani, scrivo per augurarvi buon anno dall’Aquila. Da una città che faceva parte dello stato Italiano e che era un capoluogo di regione. Ora è una città precaria ( sta un pò qui, un pò là..ad est e ad ovest): chi le abita ancora tenacemente attorno, nelle vicinanze, i  cosiddetti ex-aquilani, vivono , come me, una vita precaria in attesa di un orizzonte temporale ( il ritorno nella propria casa e nella città) che si allontana sempre di più.Identica cosa è accaduta per alcune le piccole frazioni e paesi del circondario. E’ impossibile riassumere qui le ragioni, le cose fatte o non fatte per cui siamo, adesso in questo delirio di immobilità. Vorrei solo capire se tra gli impegni del  Mio Presidente del mio paese – l’Italia, o tra le pagine dell’agenda del Presidente del consiglio, sia stata messa una di queste duemila cartoline che vi abbiamo spedito e che recita solamente: saluti dall’Aquila. Saluti da una città che da tre anni è in sala di rianimazione: nessuno ci crede davvero che possa riprendersi. Ma noi che crediamo nei miracoli laici, sì. Noi che veniamo a Roma per le manifestazioni – e invece dovreste venire voi qui, a vedere davvero la realtà e la verità: km e km di case vuote, chiuse, attività fallite, economia inesistente, macerie e puntellamenti, case che si sbriciolano: dall’altra parte conflitti di competenze, lungaggini, norme lente, o ancora inesistenti per ricostruire… Venite a vedere la POMPEI n 2, che appartiene ancora a tanti ex-cittadini vivi. Venite qui, in incognito, senza scorta e senza incontrare nessuno. Regalatevi una mattinata all’Aquila. Capirete finalmente la nostra ostinazione e la nostra sfiducia..C’è sempre un sacchetto di speranza, nei nostri pensieri. Ma vi abbiamo attinto così tante volte in questi tre anni che ce n’è rimasta ben poca. Ce ne rimane una sola, su cui fidare: che l’Italia non voglia fare a meno dell’Aquila. Oppure se non è così abbiate il coraggio di dirlo: spargeremo davvero il sale sulle sue-nostre rovine. Tanti auguri @Patrizia Tocci con la foto di Luigi Baglione ( L’Aquila, anno 3 post sisma)