Amore

C’è nebbia per strada, una atmosfera  insolita. Mi si appannnano  gli  occhiali con il fiato della mascherina. Procedo  con cautela sul marciapiede, schivando monopattini e biciclette; tolgo e sventolo gli occhiali  per vederci meglio. Mi ferma un ragazzo con  gesti agitati che non capisco;  ho  le cuffiette  e sto ascoltando  musica. “ Signora”  mi ripete “Sa  dove posso trovare un fioraio qui vicino?” Ha già  il fiato corto, una felpa nera e scarpe da ginnastica, soliti Jeans, due occhi azzurri sotto gli occhiali spessi. Ah, sì, in   questo quartiere ce ne sono due o tre; quando ci passo davanti, mi fermo incantata, calamitata dai colori e dai profumi che sembrano quasi attraversare la vetrina. E avrei voglia di allungare le mani e toccarli. Certo, i fiori recisi appassiscono presto, ma  tutte le piante,  soprattutto i bulbi fioriti, godono  della  mia invidia ed  attenzione.  Regalare fiori, che  gesto meraviglioso. Che siano le rose lisce  e rosse come il velluto, quell’ impalpabile bianco di guarnizione, gli astri dai colori sgargianti, le corolle delle primule appiccicate le une alle altre, le  screziate orchidee, i bianchi  mughetti e le fragili  calle,  le scure e timide viòle. Regalare fiori è portare un po’ di campagna in città, suggerire che esistano altrove  piante libere e colorate come le emozioni dell’amore;  rammentare  qualcosa di eccezionale  che  nella quotidianità ci sfugge. Passo  in rassegna persino  le piante grasse, ma forse, penso, avranno troppe spine. A  seguito delle mie indicazioni aggiunge: “voglio comprare delle rose rosse per la mia ragazza, perché …perché …” E con un sorriso stampato sotto i baffetti, volando quasi a dieci  centimetri da terra, sparisce  nella direzione che gli avevo indicato. Sbrigati, che è ora di chiusura, penso tra me e me.  Ah,  l’amore. È sempre così difficile parlarne anche se sorregge quasi tutte le nostre azioni e i nostri pensieri, con la sua forza tremenda e leggera.

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