F come Faville ( Alfabeto di Patrizia Tocci) “ poi, come nel percuotersi dei ciocchi arsi / surgono innumerevoli faville / onde gli stolti sogliono augurarsi “ (Par. XVIII) Nella cantica della luce, persino il fuoco partecipa dello splendore con le sue scaglie di luce, le scintille. Più volte Dante ricorre a metafore che riguardano la fiamma e il fuoco: fino a definire la sua stessa opera una favilla a cui seguirà un grande incendio. Nella tradizione contadina le faville venivano chiamate monachelle o monachine. Erano in contatto con il mondo superiore: salivano attraverso il buio fino alle stelle. Tutti conosciamo la magia del fuoco: quello acceso di notte sulla spiaggia, in una taverna tra amici, nel focolare di casa: sensazioni di intimità, benessere, allegria. Fuoco che ha difeso intere generazioni nella lotta contro il Generale Inverno. Il mio augurio è che possiate trovarvi attorno ad un camino reale o immaginario, insieme a tutti i vostri cari, anche quelli che non ci sono più. Sentirvi in una bolla di sapone, in un atomo di miele. Cibarvi più di emozioni e sentimenti che di piatti succulenti e dolci. Ritrovare vecchie radici, e nuove. Augurandoci, come fanno gli “sciocchi, che l’ anno nuovo sia migliore dell’ anno passato. Acquistando un’agenda, un calendario per sbirciare i giorni. Con il proposito di migliorare la nostra essenza, la nostra umanità.