L’Aquila, città dei gigli

Dobbiamo recuperare tutti quei gigli che secondo Laudomia Bonanni, sono stati messi sui muri degli edifici sopravvissuti al  terremoto del 1703.. Sono vari e diversi, piccoli e grandi, alcuni molto lavorati, altri appena sbozzati. Fanno parte ormai doppiamente della nostra storia. Già due anni fa, quando mi occupai di questo aspetto per la realizzazione di un dvd su Laudomia Bonanni, alcuni di essi vivevano da clandestini, attorcigliati ai fili della corrente, spesso usati come supporto dei cavi, alcuni addirittura tinteggiati con lo stesso colore dell’intonaco; di altri a malapena restava un petalo o soltanto il pistillo.

Lo so che è poca cosa, so bene che dobbiamo ricostruire una città e che queste potrebbero sembrare inezie.I gigli però erano la parte finale ed ornamentale di quelle catene di ferro che hanno salvato numerosi edifici: hanno quindi un ulteriore valore, un ulteriore monito. Mai far morire la memoria letteraria. Serve a ricordarci come eravamo e a prendere le giuste precauzioni nella ricostruzione. Mi rivolgo a tutti i proprietari o gli abitanti dei palazzi situati nel centro storico, specialmente in Via San Martino, San Flaviano e anche lungo Corso Vittorio Emanuele, dalla Fontana Luminosa fino alla Villa.

Spero che qualsiasi forma di ricostruzione e restauro voglia preservare e conservare questa traccia importante della nostra identità. Inoltre il giglio potrebbe diventare l’emblema del ricordo e riportare alla nostra memoria, delicatamente, con un fiore, quelle persone che non ci sono più, da quella tragica notte del 6 Aprile 2009, notte che è stata uno spartiacque nella vita di tanti

Patrizia Tocci

Un pensiero su “L’Aquila, città dei gigli

  1. Gentile Dottoressa Tocci,

    Recentemente, nella terza settimana di agosto, mentre ero a Preturo (AQ) per una breve vacanza nella casa dei miei nonni, ho avuto occasione di assistere alla trasmissione di un programma su una rete locale, dove lei parlava dei ‘Gigli’ della cittá dell’Aquila. Dopo le prime parole che ho ascoltato, non riuscivo piú a staccarmi dallo schermo, completamente attratta da ogni sua parola, dal contenuto profondo di ogni riferimento che lei faceva sulla nostra bella cittá, sul suo passato, sul suo presente e sul suo futuro. I riferimenti poi fatti a Laudomia Bonanni, che mia madre ebbe la fortuna di avere come maestra e di cui riesce ancora a parlarne con tanta ammirazione, stima e profondo affetto, mi hanno spinta a rintracciarla in internet… ed eccomi qui. Mi rendo conto che mi interessa tutto quello che lei ha scritto e mi auguro di potermi tuffare in questo mare dei suoi scritti appena trovo un momento da poter dedicare al piacere di questa lettura. I miei occhi, per il momento, si sono posati velocemente sugli innumerevoli riferimenti da cui sono stata inondata. Tutto estremamente interessante e tutto assolutamente da leggere. Desidero leggere i suoi libri, soprattutto questo in cui lei parla dei gigli….. stupendo davvero tutto…. Tuttavia, durante la trasmissione che ho visto in televisione, desidero dirle che sono stata conquistata nel profondo non solo dal suo ‘modo di essere’, il suo ‘modo di sapere comunicare’, il suo spessore, la ‘forza’ che emana da lei attraverso la scelta di parole giuste e cariche di significato con le quali descrive, narra e racconta L’Aquila in tutte le sue vicende belle o drammatiche che la nostra cittá ha vissuto, ma anche dalla speranza e dalla forza di ricostruire tutto quello che al momento sembrerebbe scomparso per sempre. Ogni sua parola non rimane lettera morta ma comunica invece una reale e tangibile possibilitá e progettualitá di tutto questo. Sono fiduciosa che tutto quello che lei ha fatto e continua a fare, porterá i suoi frutti ed auguro che siano davvero tanti questi bei frutti e che tutti potranno assaporarli in tempi brevi.

    Prima di terminare questo mio breve commento, considerando la sua grande sensibilitá ed il suo amore sincero per L’Aquila, vorrei fare un breve accenno anche ad un romanzo dove la nostra bella cittá viene ampiamente ‘ritratta’, sia nella sua fisicitá e sia nella sua profonda anima. Il romanzo si intitola ‘Sotto i Portici’, scritto da mia madre, Vanda Frezza Vittorini. Il romanzo fu presentato anche a L’Aquila, il 27 febbraio 2009, prima che si verificasse il tragico evento del 6 aprile. La presentazione ebbe luogo presso il Palazzo della Prefettura ed erano presenti, tra altre gradite persone e tanti ospiti, il Professor Gianfranco Giustizieri, che nel corso del suo stupendo intervento, fece dei bei riferimenti anche a Laudomia Bonanni, che, nel romanzo, viene ricordata con grande affetto, stima ed entusiasmo. Mi farebbe piacere poterle inviare una copia del romanzo, se lei gentilmente vorrá farmi avere un recapito postale. Per la nostra bella cittá l’autrice ha desiderato ‘legare’ questo romanzo all’iniziativa del Professor Vincenzo Vittorini,Presidente della Fondazione ‘6 aprile per la vita’ Onlus. L’autrice ha infatti deciso di devolvere ogni euro ricavato dalla vendita di ‘Sotto i Portici’ a tale iniziativa. Sono piccoli granelli di sabbia, ma donati con tutto il cuore.

    Mi auguro di potere ricevere un suo breve messaggio contente un indirizzo dove inviarle il suddetto romanzo e, nel frattempo, le invio i miei piú affettuosi auguri di ogni bene, salute e felicita’ assieme alle congratulazioni piú sincere per il programma al quale ho assistito in agosto e per tutta la sua vasta e pregiata produzione letteraria.

    Un augurio speciale alla cittá dell’Aquila e a tutti I suoi abitanti. Non ci sono piú parole per descrivere quello che si sente nel cuore per tutto quello che é accaduto e per tutto quello che ne é derivato.

    Antonella Vittorini

Lascia un commento