Primo giorno di scuola, all’Aquila

Patrizia Tocci
“SETTEMBRE, ANDIAMO…”
Voglio arrivare puntuale, sono uscita di casa per tempo, ma non abbastanza,  evidentemente;  il traffico oggi  impazzito, un’ora per fare 12 km!. In fila l’uno dietro l’altro, su una strada stretta,  tutte pecorelle sciamanti  su una specie di tratturo, verso la città che non c’è. Nella cittadella della scuole  convergono il tratturo est e il tratturo ovest.  La  mia scuola invece  c’è, rimessa a posto, funzionante, accogliente. Si rientra in fretta nel solito tran- tran. Nomi, cognomi registri, campanello. In mezzo al registro di classe, ci sono le istruzioni su come comportarsi in caso di… Le leggo, soprattuto ai più piccoli, in un certo silenzio.   Illustro  il percorso da fare, le priorità , le necessità. Guardiamo la cartina appesa sulla porta  e cerco di scherzare: allora tre suoni di campanella sono il segnale….  e chi è l’aprifila e chi il chiudi fila? oggi cominciamo a studiare da questa materia: la nostra vita, la nostra esperienza, la nostra capacità di convivere con i ricordi. Cerco di leggere dentro, più dentro negli sguardi.Coppito Uno, Sassa due, Paganica, progetto C.a.s.e….   I ” compagni di banco da una vita ” vengono dalla stessa scuola media, stanno nello stesso banco e guai a chi li separa. Non ne ho mai separato nessuno, nella mia vita scolastica. So che sono alleanze profonde, durevoli. Nell’aula dei professori mi soffermo a guardare l’armadietto che contiene i nostri registri. Qualche  cognome  cancellato,  qualcuno strappato via,  qualche cassetto non si apre, o è senza  chiave,  qualcuno è già pieno di libri, in qualcun altro non c’è ancora nulla: solo il registro. E’ una bella metafora della nostra scuola.  Da quei cassetti  strariperanno presto i compiti in classe, su fogli giganti a righe o a quadretti, le prove simulate, le terze prove, le prove grafiche o quelle multimediali.. Il futuro, le opere e i giorni.. Anche i miei  ex-alunni  saranno tutti in cerca di futuro. A scuola si impara presto e bene che gli esami non finiscono mai.  Mancano all’appello  anche i  prof. in pensione,  trasferiti, supplenti annuali o precari che hanno condiviso fin qui  le ore , i luoghi, gli entusiasmi e le tristezze  di una scuola che continua ostinata a riproporre regole, a parlare di valori in un mondo che sembra non averne più.   Al suono  di una sola   campanella  escono,  velocemente e felici. Una scuola sciamante, su un tratturo.

 che non c’è. ( Utopia, in greco). Patrizia Tocci

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Informazioni su pat1789

Patrizia Tocci nata nel 1959. Ha al suo attivo 7 pubblicazioni: poesie, romanzi e racconti. Scrive su riviste e giornali, si interessa di poesia e letteratura, collabora con Il Centro, quotidiano regionale abruzzese.

4 pensieri su “Primo giorno di scuola, all’Aquila

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  2. Gentile Professoressa,
    sono stato a L’Aquila per oltre un anno, dal maggio 2009 a luglio di quest’anno, per gestire il coordinamento delle attività del Progetto CASE.
    Mi rendo conto di quanto tale Progetto abbia inciso sulle abitudini degli Aquilani, anche se, sinceramente, penso che non vi fossero alternative serie.
    Non di questo voglio parlare, ma del Suo bell’articolo e della “campanella d’allarme”: proprio su questi fatti, su questi comportamenti, su questo atteggiamento, infatti, si giocherà – a mio parere – il futuro di L’Aquila e di tutti i luoghi a rischio sismico d’Italia.
    Non la paura, ma la consapevolezza e l’attenzione costante devono entrare nell’anima degli Aquilani.
    C’è da augurarsi che il tempo non faccia calare l’attenzione, come purtroppo fatalmente accade per eventi che, fortunatamente, si ripetono con un periodo in genere superiore alla vita dell’uomo.
    C’è da sperare che tutti, dal legislatore alle amministrazioni locali ai singoli cittadini, facciano ogni sforzo perchè gli edifici vengano costruiti in modo da non provocare morti: è possibile, non è molto più costoso.
    Lei, con i Suoi colleghi, ha l’opportunità (e la responsabilità) forse maggiore: quella di far capire ai ragazzi queste verità, perchè i loro discendenti non debbano affrontare tragedie come quella del 6 aprile 2009.

    Un sincero augurio di buon lavoro, con viva cordialità

    Renato Fuchs

    • grazie, Renato. anch’io come lei penso che non vi fossero alternative in quel momento. però adesso sarà un pò difficile trovare la soluzione a certe difficoltà ( ad es. quella dei trasporti è reale, realissima. ) Riconosco in ogni caso il grande lavoro che è stato fatto e l’ opportunità che molti aquilani possano vivere con un tetto sulla testa. Però i quartieri sono completamente privi di infrastrutture. Come insegnante faccio del mio meglio e cerco di far comprendere ai miei ragazzi cosa significa vivere sopra ” una terra ballerina”. grazie, per il suo commento e anche per il suo lavoro. Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che come lei hanno collaborato alla riuscita di un progetto importante. cordialmente.

      • Cara Patrizia,
        grazie, per la pronta e cortese replica e per l’apprezzamento del lavoro svolto.
        Riguardo alle infrastrutture nei quartieri CASE, ha ragione.
        A noi fu detto di utilizzare il 70% delle aree, lasciandone il 30% a disposizione del Comune per la realizzazione di servizi.
        Purtroppo credo che il Comune, impegnato su mille fronti sia economicamente sia organizzativamente, non abbia potuto realizzarli.
        Riguardo poi ai trasporti, trovo (nella mia ignoranza) la cosa un po’ allucinante: non posso credere, infatti, che a fronte di reali esigenze generate tra l’altro da un intervento dello Stato, lo stesso rifiuti di finanziare (con contributi per l’acquisto e la gestione dei mezzi) un servizio necessario.
        Certo, va presentato un progetto serio, credibile e documentato.
        Ma non mi sembra un problema insormontabile.

        Cordialmente

        Renato Fuchs

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