Impressioni di lettura di Nero è il cuore del papavero ( mio ultimo libro )

Vorrei raccogliere qui, amici miei, i vostri contributi. Scritti di getto, magari senza pensarci troppo. Impressioni di lettura che arrivano così, senza pensarci tanto.
Mi scrive BIANCA MOLLICONE: “Sogniamo spesso un nostro diario intimo che ci restituisca l’immagine dei padri possibili, dei tempi perduti. Sei riuscita ad arare inesorabile i nostri cuori, poco da aggiungere alla prefazione di Paolo Rumiz”
ALESSANDRA COLAGRANDE: “Ci ho messo un po’ a finirlo. Non è stato semplice. A volte mi sono dovuta fermare.
Soprattutto lì dove racconti dell’ospedale.
Questo libro è una confessione e un diario, scandisce i sentimenti come una settimana santa, scava via tutto e riemergono ricordi, odori, parole e paure nascoste
Questo libro è una mano che esce dalle pagine e ti stringe la gola, ti manca il fiato e cerchi aria.
E quell’aria la trovi nelle stesse pagine, in un tempo lontano in cui tutto era diverso. È un viaggio nel passato, un passato che però coincide col futuro, un cerchio che gira su se stesso e non si chiude mai, ché da certe cose non puoi mai prescindere.
Il dolore insanabile della perdita di un padre. Un terremoto dell’anima, un evento che conosciamo troppo bene, ma uno ti toglie la terra sotto i piedi e l’altro di strappa via le fondamenta su cui poggia il cuore.
E c’è un prima e un dopo, e sempre sarà così. È una spaccatura che non si ricomporrà mai. Prima eri una cosa e poi ne sei un’altra, non c’è niente da fare, quella sedia resta vuota pure se la vita va avanti, come quelli a cui amputano un arto ma continuano a sentirlo e a provare dolore. Ed è un dolore indicibile
Il tuo libro ricompone un po’ i pezzi. Il puzzle si era disfatto, ogni pezzo aveva perso gli angoli, il libro li rimette un po’ a posto, ed è a forma di albero.
Perché un Padre è sempre un Padre.”
LUCIA VACCARELLA: IMG_5746

. “Un libro molto bello. L’ho finito subito, non perché l’ abbia letto in fretta, ma perché le pagine, la tua scrittura densa e poetica, mi chiamavano. E lo terrò sul comodino, per rimasticare i tuoi pensieri, quei tuoi pensieri che così tanto assomigliano ai miei nell’ humus, ogni volta che starò in silenzio alla ricerca di una piccola luce. Non è un libro per tutti, no. È un libro per chi si interroga e pensa. Un libro per chi cerca risposte al senso del proprio andare. Non è solo un atto d’amore grande per un padre che diventa il Padre, ma l’espressione della consapevolezza che ha significato non un tempo freccia, ma quello che è capace di curvare su di sé. Solo così non si perde nulla, solo di questo si può essere ricchi. È un libro nostalgico, ed io adoro la nostalgia perchè implica un ritorno e un approdo a ciò senza cui non potremmo essere ciò che siamo. “