Quando esce un libro e lo vedi stampato, con le sue pagine…Con la sua copertina, con tutte le sue cosine al punto giusto, è sempre un momento di felicità immensa, seguito come sempre da dubbi e paure. Piacerà? Troverà occhi e orecchie attente? Diventerà un tam tam tra gli amici …di penna, di matita e di Facebook?
“Sai, è uscito L’ ultimo libro della Tocci “
“Ancora un libro su Dante, non se ne può più”
“La copertina è davvero intrigante”
“ non credo sarà più bello di Nero è il cuore del papavero”
“ Ah sì, la Tocci, quella che scrive su Il Centro”
“La mia prof…”
“La poetessa? Sì proprio lei”
Che posso rispondere. Ormai l’avventura è cominciata. Io ci ho messo le mie letture ( tante, vi assicuro) i miei studi e le sudate carte, i miei vecchi amori che non invecchiano mai. Ora tocca a voi, sceglierlo se vi piacerà.
Ringrazio l’editore #tabulafati con cui pubblico dal 2000.
Ringrazio la prof Elisabetta Benucci che collabora con l’Accademia della Crusca, per aver accettato di accompagnarmi con la sua presentazione.
Un bacio particolare all’amico e prof. Antonello Santarelli che ha curato la copertina, insieme al grafico della Tabula fati .
Su Amazon, Ibs, su tutti i principali siti on line già lo trovate ma anche sul sito della casa editrice
Www.edizionitabulafati.it, oppure chiedetelo nelle vostre librerie di fiducia.
( un regalo più bello , a Pasqua, non c’è ❤️???)
Patrizia Tocci, Alfabeti : le parole di Dante, ( introduzione di Elisabetta Benucci) tabula fati 2021
Collana Itinerari 3, euro 10.
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La gioia di scrivere
Libera libreria d’Abruzzo
Corri corri corri… ?
La felicità, è poter guardare negli occhi chi ti dona con generosità il suo lavoro.Trafelata e rossa in volto, finalmente oggi pomeriggio sono giunta a destinazione. È stata una gioia immensa poterla conoscere!
Finalmente una giornata piena di Sole a spazzar via le nuvole. In qualità di bibliotecaria di Villanova ed amministratrice della pagina di Libera Libreria D’Abruzzo – Little Free Library – Book Crossing, ringrazio la signora Patrizia Tocci, per la donazione dei suoi libri:
– Nero E’ Il Cuore Del Papavero, edizione tabula fati 2017
– I Gigli Della Memoria tabula fati 2012
– Pietra Serena, tabula fati , 2000
– L’Ammidia, a cura di David Ferrante, tabula fati 2019
Questo mi ha scritto oggi la fotografa #giovannagalli, e che ci posso fare? Quando sento parlare di biblioteche mi commuovo sempre, è la storia di una vita .
. ❤?
Dentro il giardino dei libri perduti
Il giardino dei libri perduti ( racconto breve )
Una storia vera.
L’ ambiente è di quelli magici, per me. Una specie di grande magazzino dell’ usato. Non posso entrare in questi luoghi, mi si parano immediatamente davanti tutte le storie infilate, inzeppate dentro gli oggetti che sono appartenuti ad altri e che conservano comunque, sulle superfici un po’ lise le storie, giorni, odi e gli amori. Infatti mi innamoro di un piccolo cofanetto attorno al quale qualcuno ha incollato con cura un merletto sbiadito ; della piccola poltrona di velluto rosso fuori moda e scomoda, che sicuramente avrà accolto pensieri timidi e scarpe con mezzi tacchi, come si portavano un tempo.
Qualcuno ci si sarà seduto con sussiego su quella poltroncina, per una visita di cortesia o di circostanza. Passo in rassegna rapida tutti quei soprammobili inutili di cui non riusciamo mai a disfarci davvero, che accumuliamo e spolveriamo con inutile cura. Pezzi di una Italia sana, onesta, contadina. Messi lì a raccontare il viaggio di nozze, la bomboniera della comunione, la prima laurea del primo figlio laureato. Tutte cose inutili che però connotano un’ epoca, hanno uno stile e ci fanno risalire indietro con la memoria. Ho girovagato un po’ con il cofanetto tra le mani . Potevo non prendere questi due orecchini dalla foggia antica? Stanno bene , dentro il cofanetto, sembrano fatti l’ uno per l’ altro.
Mi dirigo subito nel reparto dei libri. Libri dal dorso un po’ rovinato, dalle pagine leggermente gonfie e già toccate dal tempo e dall’ umidità, libri con costole perfette in brossura, immacolati, a far da sfondo o a dare un tono di colore in qualche ambiente presuntuoso. Tra libri piccoli, una vecchia edizione del libro Cuore, qualche spaginata versione di greco antico, un Aristotele, una raccolta di poesie di Ada Negri e poi…Un tuffo al cuore. Anche il mio piccolo libro, la raccolta di poesie Pietra serena, dal formato pocket , edita nel 2000 da Tabula fati.
Il libro è ben conservato, sembra nuovo. Una strana sensazione, mista di rabbia e di orgoglio si impossessa di me. Come osano relegare il mio libro tra L’ usato, ora gliene dico quattro al mister che sta dietro al bancone. Ma è improbabile anche il bancone, forse resto di qualche birreria fallita, il mister ancora di più. Poi, in fondo, io sono timida, lo penso ma non lo faccio e continuo ad aggirarmi negli inferi dei souvenir. Ma le mani hanno già prelevato il libricino aggiungendolo ai due orecchini e al cofanetto portagioie, con il merletto fatto a mano. Esco di fretta. Ma appena fuori il girone del dimenticatoio, prendo subito il libro, stacco la nuova targhetta del prezzo e lo apro. Sembra intonso ma comincio a vedere qualche segno a matita, vergato con leggerezza accanto ai titoli delle poesie. Poi, parole di apprezzamento accanto ad alcuni versi “ bello, molto bello, perfetto.” “ questo è sublime” “ mi sembra meraviglioso” “davvero bello.” “ “Proprio così. “
Tutte queste frasi scritte a matita, vergate con una bella grafia che non restano incise sulla pagina. Sono lievi , delicate. A casa, non riesco a togliermi questo pensiero dalla testa . Riapro il libro per capire meglio. Lo sconosciuto o la sconosciuta deve conoscere bene la poesia. Ha segnato le stesse frasi che avrei segnato io, ha messo un asterisco a quelle che mi piacciono di più.
Sarà un lui o una lei. Vecchio o giovane. Dalla grafia sembra una persona anziana. Che so, una ex professoressa di italiano in pensione che ha voluto disfarsi del libro perché…Perché? Potrebbe aver cambiato casa e nella nuova casa non c’è posto per me. Eppure un libricino così piccolo, possibile che non avrebbe voluto conservarlo ? Io gli avrei trovato posto anche in bilico, in doppia o tripla fila su qualcuno di miei scaffali ma non l’avrei venduto …e poi per un guadagno così ridicolo. Niente, l’indignazione non accenna a scemare. Penso alla vita degli scrittori. A quanta fatica gioia e dolore in me suscitavano quei versi, quelle parole. E poi finiscono …dove finiscono ? Ma in fondo erano piaciuti anche a lei, però. Intanto ho deciso che è una lei. Deve aver avuto schiere di studenti, formato generazioni di avere con la acca e scienza con la i. Chissà se porta gli occhiali. Dovrebbe avere dita forti e curate. Una pelle alla nivea, curata senza troppe pretese, una donna che ha fatto tanta fatica per imporsi in una famiglia maschilista. Fiera di portare a casa il suo stipendio, dignitosa nel vestire e nel camminare. Con capelli bianchi o appena grigi. Un bel grigio perla, penso. Magari ha una collana di perle corta, di quelle girocollo, con la montatura preziosa ed è un regalo di matrimonio di tanti anni fa. Come questi orecchini. Magari vive da sola.
Poi mi si fa strada un brutto pensiero nella mente.
Forse questa bella signora anziana non c’è più. E gli eredi si sono divise le vesti. A qualcuno sarà toccata la libreria del salotto.
. “Tutti sti libri vecchi, ncartapecoriti” “ tutta robaccia che non vale n’euro”.
La mia indignazione di autrice ha lasciato posto a un altro pensiero. E magari in quella casa, al posto della libreria avranno messo un mega schermo acquistato a rate, tanto lo paghi il prossimo anno. E della anziana signora forse resta una foto in qualche cornice, su un mobile. Riprendo il libricino, lo apro e rileggo tutte le poesie segnate. Hai scelto le più belle, amica.
Allora ti metto in prima fila tra i miei libri, vecchi e nuovi, nel palchetto di quelli che voglio tenere sempre a portata di mano. Per rileggere un verso, una storia bella. Per confrontarmi con quel mondo incredibile, immenso che sta dentro i libri di Proust, in una pagina di Macondo, nella memoria di Adriano. In quel palchetto metto libri che mi piacciono assai, perché quando sono inquieta ne prendo uno a caso e c’è sempre quella frase scritta per me , quella che solo io conosco, come dice Erri De Luca. Quella che ho già segnato a matita, leggermente, oppure sottolineato con l’ unghia, con uno sfregio di penna . Quella evidenziata con una penna rossa, mentre facevo altro, probabilmente. Quella che ho sottolineato con la matita per le labbra, e chissà dove ero per non avere una penna ad inchiostro o una matita con me. Quella che è raccontata da un post-it ballerino dai colori fluorescenti che magari svetta in mezzo alle Confessioni di Agostino. Il segnalibro che mi hanno portato dal Portogallo che ingombra proprio l’inizio di Fontamara. Le mappe di viaggio in mezzo ai libri di Paolo Rumiz. E tra le poesie di Pavese, ci sono le foglie raccolte in un bosco di cui non posso dire di più. Eccoti , amica mia, in questo palchetto, come ospite d’onore. Accanto ai bellissimi libri blu, ai giganti dalle costole dorate della letteratura universale. Ecco, qui sei in buona compagnia, amica mia. E puoi leggere I libri più belli del mondo. Hanno pagine sottili sottili, però. Sopra non puoi scriverci nulla. Ma è così bello sapere che puoi guardare anche Borges e Woolf, affacciarti tra le poesie di Dickinson e Montale, viaggiare nei racconti di Kafka . Qui non puoi perderti mai : sei ormai da me, nel tempo ritrovato.
©️Patrizia Tocci